SURREALISMO E FANTASTICO. L'infinita follia dei Sogni

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Pubblicato il 30 Maggio 2025

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140° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI LUIGI RUSSO.- PORTOGRUARO FESTEGGIA

30 Maggio 2025

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Al via gli eventi per i 140 anni dalla nascita di uno dei cinque fondatori del Futurismo. I palazzi del centro storico ospitano sulle facciate video proiezioni e nei bar e ristoranti, prossimamente, aperitivi e piatti futuristi. Donati dalla famiglia dell'artista alcuni arredi della sua ultima abitazione. Dalla mostra romana “Il tempo del Futurismo” sono in arrivo gli Intonarumori, ricostruiti dal maestro Pietro Verardo. Giovedì 29 maggio l'appuntamento con lo studioso Guido Andrea Pautasso. In riva al Lemene, fino a dicembre, seguiranno conferenze con studiosi ed esperti della prima Avanguardia italiana del '900

IL RITRATTO DELLA MOGLIE DI LUIGI RUSSOLO A PORTOGRUARO

30 Maggio 2025

IL RITRATTO DELLA MOGLIE DI LUIGI RUSSOLO A PORTOGRUARO

Un critico russo, certo Lermentov, ai primi del Novecento scosse la critica d'arte con affermazioni che mettevano in discussione le attribuzioni dei quadri a determinati pittori. La Critica allora si serviva dell'analisi del colore e della pennellata per dire se era della scuola toscana o scuola veneta. Ecco il Lermentov, che, poi, si seppe essere il medico italiano Giovanni Morelli, sosteneva che ogni pittore ha una sua modalità nel fare le mani, le orecchie, il naso etc. Ha cioè un solo ed unico modo di dipingere la fisiologia umana e la farà uguale in ogni suo quadro al di là della composizione formale a cui lavora. Per cui le mani del Bronzino sono diverse da quelle di Michelangelo. E così via. Ecco che si dovettero rivedere i criteri assegnativi dei quadri. E qui la figura del critico ne uscì derisa, come minimo! Da qualche anno il Comune su mia segnalazione, e grazie all'allora sindaco Florio Favero, acquisì una ventina di opere grafiche del Russolo del periodo Classico Moderno, come lui le definiva, provenienti dall'antiquario padovano Luciano Franchi. Opere poi "espertizzate" dal prof. Franco Tagliapietra. E già pubblicate in occasione della mostra: Futurismo & PostFuturismi, dedicata a Luigi Russolo nel 2019 alla galleria Ai Molini. Ebbi in mano per la prima volta un disegno, dove davanti c'era un Ritratto di Donna, e sul retro una composizione astratta! Lo esponemmo. In seguito all'acquisto di un catalogo di una mostra ad Ascona in Svizzera di Russolo a cura di Anna Gasparotto trovai un ritratto ad olio titolato: Ritratto di Signora (Maria Zanovello) del 1920. Finalmente la moglie era stata effigiata, era stata ritratta. Ciò mi rimandò al disegno su carta della nostra "sconosciuta" con sul retro una dedica. E dai confronti della capigliatura, del mento e del naso mi dissi questo è per certo il ritratto a disegno della moglie! Ma sorpresa finale: guardando il retro trovai una dedica, sfuggita a tutti noi, con scritto: ARCHIVIO LUIGI RUSSOLO, Disegno, 1941. Maria Zanovello moglie di Russolo. In fede: Boccato Renzo (?). Più sicuri di così! Quindi Portogruaro è in possesso, per pura casualità, e senza averne coscienza del ritratto a disegno della signora Maria Zanovello che credo unico nella sua produzione grafica.

IL CLASSICO MODERNO DI LUIGI RUSSOLO

30 Maggio 2025

IL CLASSICO MODERNO DI LUIGI RUSSOLO

4) Questi artisti, che si sentivano traduttori dello Spirito del Novecento, provenivano da esperienze e correnti artistiche differenti, ma legate da un senso comune di "ritorno all'ordine" nell'arte dopo le sperimentazioni avanguardiste del primo Novecento (Futurismo, Cubismo): il Novecento torna quindi ad avere come supremo riferimento l'antichità classica, la purezza delle forme e l'armonia nella composizione. Più in generale il termine viene utilizzato anche per tutta quella arte che caratterizza il ventennio fascista in Italia, improntata soprattutto a un neoclassicismo semplificato, ovvero a una rilettura dell'architettura moderna in chiave monumentalista. Questo movimento fu una reazione alla guerra e subito abbandonò il Cubismo, facendolo rigettare persino dai suoi primari inventori, Braque e Picasso. La stessa sorte toccò al Futurismo, che aveva lodato macchinari, violenza e guerra, e fu abbandonato da quasi tutti i suoi fautori. Il ritorno all'ordine venne associato ad un neo-classicismo e alla pittura realista, dilagando in tutta Europa e fornendo una pausa di riflessione dopo tutte quelle avanguardie artistiche che avevano marcato la prima parte del XX secolo. In Italia questo cambio di direzione venne riflesso ed incoraggiato da Valori plastici, rivista di critica d'arte fondata nel 1918 a Roma sotto la direzione del pittore e collezionista Mario Broglio, edita dal 1918 al 1922, e nata per la diffusione delle idee estetiche della pittura metafisica e delle correnti d'avanguardia europea. Il termine "ritorno all'ordine" atto a descrivere il rinnovato interesse per la tradizione, si afferma derivasse da Le rappel à l'ordre, un libro di saggi del poeta e artista Jean Cocteau pubblicato nel 1926. Margherita Sarfatti, critica d'arte e intellettuale italiana di famiglia ebraica, amante di Mussolini, riuniva gli artisti del gruppo originario nella sua casa-studio di corso Venezia a Milano; la Sarfatti intuì l'importanza e la novità del Movimento e ne organizzò una serie di mostre che presero il nome di Novecento italiano. (da Internet sul Novecento Italiano e Valori Plastici)