...I GIORNI CHE VOLANO VIA COME OMBRE - Omaggio a Pier Paolo Pasoli

"I GIORNI CHE VOLANO VIA COME OMBRE"

Omaggio a Pier Paolo Pasolini

 

 

Non ricordo se ho scelto da Le Ceneri di Gramsci questo verso di Pier Paolo Pasolini che dà il titolo a questa mostra, o, gli amici pittori me l'hanno affidato. Ma chi sono io per parlare di Pasolini, anche se mi ha cambiato la vita. Ero immigrato a Milano, lavoravo in fabbrica e alla sera frequentavo la scuola d'arte di affresco al Castello Sforzesco. Tutti volevano migliorare la loro posizione di lavoratori, mentre a me interessava riscattare la mia incultura riprendendo studi ginnasiali interrotti, ma spostando l'attenzione sul settore artistico. Molti giovani compagni di lavoro leggevano, erano gli anni del boom e in giro c'era un'aria nuova di curiosità per tutto, e ci scambiavamo interessi letterari i più diversi. I francesi con Zola, Flaubert, i Russi con Dostoevskij e Tolstoj. Kafka, Man, Hesse, Canetti, e Musil per il centro Europa. Quasi una gara a chi leggeva di più, capendo poco. Imparando dalle discussioni. L'Italia letteraria per me era Pasolini, Berto, Moravia, Pavese, Brancati, Levi, Malaparte, Fenoglio. Poi attorno alla Feltrinelli: Zivago e Tomasi di Lampedusa. Insomma era una gara alla conoscenza. Sindacato, Partito (Gioventù Comunista). Discussioni. Assemblee. Lotte per il contratto dei Metalmeccanici appena formato. Scontri sotto la Torre Velasca e in Piazza Duomo con la polizia. Frequentazione delle Messaggerie Musicali di Corso Vittorio Emanuele. E donne di mondo in giro a tutte le ore. Circoli sociali e discussioni. Domenica non avendo nulla da fare, allora cinema su cinema, almeno due spettacoli . Neo Realismo, Nouvelle Vague francese. Film come Il Gobbo, Accattone, La ricotta, Teorema, Porcile, Medea, Edipo Re, e nel tempo la trilogia: Boccaccio, Canterbury e Mille e una Notte. I suoi attori da strada. L'emulazione di pensiero e l'imitazione degli atteggiamenti, ma soprattutto i suoi articoli sul Corriere, sempre corrivo, sempre avanti, sempre oltre e una morte insensata. Il suo passare dalla poesia civile alla didattica della scenografia quale insegnamento alle masse. Moravia, disse al suo funerale che solo una volta per secolo nasce un Poeta come Pasolini e lui era il nostro! Ma chi sono io per dire qualcosa su di lui, se non ché mi ha cambiato la prospettiva, sociale e politica pur restando legato alle Ceneri di Gramsci. A quel suo parlare Civile, a quella poesia mitico sociale alla Walt Whitman e declamare "Capitano, o mio Capitano" cercando Pasolini! E in questo coro accomunare diversi spiriti di pittori friulani quasi fossero appartenenti ad una piccola "academiuta de lenga furlana" di pittura con le sue differenze interne, ma azionisti in proprio del linguaggio artistico che li distingue per natura e per scelta di espressione. Pasolini fu pittore più per completamento della sua artisticità che per dono. Il suo dono visivo era probabilmente il Cinema. Mezzo che senza forse è l'arte del futuro. Visto che sempre meno la pittura esprime la visione del mondo di oggi così disarticolato e inesplicabile. E qui il dolore di questa umanità tormentata rende splendore alla sua critica, ai suoi doppi personaggi, come in Petrolio. Così i pittori vivono un loro doppio nella crisi che li investe quali figure sdoppiate nel vivere due vite in un continuo tentativo di farne una. Ed ecco che "i giorni volano via come ombre". Queste sì inafferrabili come i protagonisti della caverna di Platone. Le ombre vivono comunque una loro vita pur se illusoria. Oggi potrebbero essere Spettri che girano per l'Europa, anzi per il Mondo, parafrasando un più famoso incipit. L'arte, la creatività e la poesia sono la Via per la discesa agli Inferi, in attesa di risorgere. Sono la diga contro la cloaca massima che ci sta sommergendo e ci soffoca. Sono il tentativo di fermare l'ombra dei giorni che si allungano al tramonto per essere inghiottite nello splendore del nero della notte. Ed ecco allora il "raschiare" di Giorgio Celiberti sulle sue "malte" cercando un senso di vita alle ombre dei bimbi internati a Terezìn. Mentre Cesare Serafino appronta sulla tela, o sulla carta, una serie di gesti che sembrano larve di ombre nel tentativo di ricostruire figure rivitalizzate dal colore. Infine Angelo Topazzini usa piani diversi di colore sovrapposti e assemblati in un continuum di cadute libere senza possibilità di un ordine stabilito. Queste modalità artistiche sono ombre della vita, di una vita volutamente diversa, ma coatta a ripetersi come i giorni che volano via!

 

Boris Brollo

Inizio: 07-06-2025
Fine: 24-06-2025
19:00
San Giovanni di Casarsa
Pubblicato il 03 Giugno 2025