Mario Nava - Un percorso, una vita

Mario Nava - Un percorso, una vita

a cura di Boris Brollo

 

Mario Nava è un amico di gioventù pertanto sarei il meno obiettivo, quale critico, del suo lavoro. E questo è certamenteo vero; lascerò ad altri quindi il compito di illustrare la sua estetica, mentre per parte mia mi risolverò a spiegare il suo percorso artistico che ha coinciso strettamente con il suo percorso di vita. Sono di quelli che non credono che l'arte debba essere disgiunta dalla vita dell'autore così che ne perderemo i tic, anche le virtù, oppure i fallimenti, in cambio di una discussione su di un'operare astratto, non umano.

Parlare della vita dell'artista vuol dire umanizzarlo renderlo più vicino a Noi. Ed è sotto la spinta imitativa dell'amico compagno di vita giovanile e cigolò d'arte che Mario Nava si è iscritto alla Scuola di Belle Arti del Castello Sforzesco in Milano negli anni Settanta. Poi ha proseguito imitando la scultura nobile del Tre/Quattrocento uscendone con una scultura aulica, severa dai tratti pesanti, per scioglierla, più avanti negli anni, dentro una astrazione esteriore sempre più alla ricerca di un taglio cubo-futurista. Cioè, di imitazione delle grandi scuole post picassiane. Ma, nella sua crescita da me spesso sollecitata in forma dadaista di puro gioco mentale, alcune "prodezze" ne sono uscite. Salvo, poi, dopo anni di incontri e discussioni, sull'orl della crisi dei suoi Quaranta, confessarmi conadidamente di non sentire l'approccio astratto come fatto per lui, ma proprendere per una scultura sensibile al tatto ed alla vista. Può essere sensibile alla vista una scultura Vi chiederete? Direi di sì quando si pensi a Medardo Rosso. Direi di no se si pensa a Costantin Brancusi. E lui è oscillato per anni fra questi due poli della scultura contemporanea, ma con l'arrivo della saggezza dell'età è perlomeno riuscito a scegliere. Il calore dell'amicizia con la poetessa Merini l'ha rinforzato su questa scelta verso una trasfigurazione del semplice, del non complicato, intellettualmente parlando. E questa sua semplicità ci dà per intero la figura di un Nava artista e uomo semplice, amante dei semplici del Vangelo.

Una venatura di naturalismo ha investito la sua recente produzione, là dove queste donne che si lavano o asciugano nella loro intimità, esponendo queste carni mature e non liftate sembra banalizzare il suo lavoro; al contrario egli qui ricorda certa pittura olandese per dirla alla Rembrandt quando, il grande pittore, coglie i miti bibilici dentro i modelli di casa ricorrendo alla Betsabea/Saschia, moglie amata. Così Mario Nava ci rende trasfigurati questi corpi semplici e pesanti resi leggeri dalla poesia.

Boris Brollo

 

Dal 23 febbraio al 9 marzo 2008

Città di Garbagnate Milanese

 

Catalogo stampato dal Centro Stampa Comunale

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Pubblicato il 17 Maggio 2022