L'Arte Attuale

L'Arte Attuale a cura di Vinicio Momoli

"L'Incontro"

Quando il mare depose sulla spiaggia il corpo di Ulisse, nella luce abbacinante, solo una giovinetta dallo sguardo verginale e innocente poteva riconoscere in quel grumo un corpo e intuire che esso fosse regale. Ulisse fu lavato, rifocillato e dopo che ebbe a lungo riposato, fu vestito e condotto alla presenza dei sovrani del luogo, fra cui la giovinetta di nome Nausica. Ovviamente la luce all'interno era densa e gli occhi di Ulisse, già accecati e gonfi dal sole, dovettero adattarsi lentamente alla penombra e, solo dopo un po', potè scorgere davanti e attorno a sè tutta la corte e i sovrani con Nausica. Allora cominciò a parlare declinando le proprie generalità così come l'adolescenza nobiliare. Ma soprattutto descrisse la sua famiglia, la servitù, gli amici, il cane, il suo tutore, il suo viaggio e la sua guerra, tenendo così incatenati alla sua vita tutti quegli ascoltatori. E il suo essere regale proruppe in quella stanza e fra i suoi ospiti. Può, ora, questo breve riassunto omerico avere attinenza con l'invito ad un gallerista per ospitare una sua mostra? Direi di sì se noi usassimo il racconto come una metafora da decifrare. Non è difficile riconoscere in Nausica la posizione di chi curiosamente scorge un qualcosa di diverso e ne intravvede la possibilità di nuove avventure; come anche il porsi in un atteggiamento di disponibilità acchè l'altro, possa recare un seme nuovo; se dietro a questi riferimenti ponessimo per figure, la città del Giorgione: Castelfranco e la sua disponibilità a ricevere un ospite, se, dietro all'Ulisse noi vedessimo il gallerista invitato, ecco allora chiudersi il cerchio. Ma egli è qui ospite con i suoi doni, il suo lavoro quindi le sue scelte, la sua vita che non va disgiunta, come direbbe Jung dalle sue opere. Evvero sì che questa regola ha valore in generale ma soprattutto perchè opera all'interno di scelte che non sono solo materiali ma anche culturali. Ulisse non mangiò finchè non raccontò di sè e della sua vita così, delle sue gesta. Ciò ha un solo significato: egli dette valore e sacralità al proprio essere, dovette dimostrare di essere ospite alla pari e ne chiese il medesimo rispetto. in quei tempi l'uomo era collegato ai suoi simboli più che oggi. Il suo parlare aveva un valore rituale e tutto era collegato dentor un "cerchio della vita" mitico, ecco perchè si parla di sacralità per l'ospite. I suoi doni sono i suoi simboli: le opere e gli artisti che ci propone; le sue gesta; le sue scelte; comunque belle e brutte non sta a noi giudicare. Ora l'invito c'è. L'ospite pure con tutto il bagaglio della sua esperienza. A noi assumere un atteggiamento di sensibile ascolto Volendo definire con ciò un atteggiamento esplorativo ed operativo in quanto in esso vi è previso ma non rivelato, un "inviarsicieco" al contatto con l'Altro, in questo caso: il gallerista, gli artisti e le loro opere. Il silenzio come nell'incontro omerico dei Feaci con Ulisse; la dimensione del silenzio poté rendere ragione alle immagini della su astoria; così in questa situazione di crisi della critica e di fronte a degli artisti che sono delle vere e proprie guide spirituali in quanto hanno generato attorno a sé nuovi sentieri dell'Arte, non resta che la sospensione del giudizio per una trepida e silenziosa attesa.

Casa di Giorgione

Dall'11 Marzo al 23 Aprile 1995

L'Arte Attuale, Edizioni Massimo Minini Brescia, 1995

Inizio: 11-03-1995
Fine: 23-04-1995
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Pubblicato il 11 Maggio 2022