Giacomo Caramel, Opere 1920-1950
Giacomo Caramel, Opere 1920-1950, monografia
Di Giacomo Caramel mi ha sorpreso la modernità pur essendo egli un artista classico. Ho letto il suo lavoro come un continuo tormendo della conoscenza. Una puntuale autoanalisi del Dubbio. L'incertezza del dato romantico e spirituale. Ecco, in tutto questo ho trovato la sua modernità antelitteram. Già nel 1947 egli tenne una conferenza su "La crisi dell'arte"; fa della crisi un criterio di ricerca come quando nel 1959 scrive: "sento di aver esaurito le mie ricerche sull'arte legata alla visione della realtà naturale. Avverto in me una tendenza verso l'arte Spaziale. Concepisco l'arte come creazione di forme nuove: come una musica di colori...la mia ispirazione si basa sulla gravitazione della materia nello spazio...in questo senso la mia arte può definirsi invenzione di forme spaziali..."; ma questo geniale pittore è di quelli che non si accontentano e che sente che il proprio tempo va interrogato come una Sibilla al fine di arrivare alla conoscenza; così nel 1974 scrive, rovesciando ancora le precedenti ricerche: "avverto però di avere esaurito la ricerca di forme cosmiche, mi accorgo che mi ripeto...penso che anche ritornando ai soggetti naturalistici è possibile interpretarli in modo nuovo: si tratta sempre di una interpretazione rinnovata della forma...". Qui risulta chiaro che il problema non è quello della forma artistica che va interrogata e frequentata nelle sue forme radicali, bensì il nodo è quello della pittura in sé, quale metodo di analisi di se stessa e del sociale che la circonda. Qui solo un critico ne ha intuito la grandezza ed è stato Franco Solmi quando lo ha avvicinato a Cezanne. Lo stesso Cezanne che per una vita ha lottato con la montagna di fronte a casa, il Mont Sainte-Victoire, gigante non ossessivo, ma Angelo che lotta e come il Tobia della Bibbia essi (Cezanne e Caramel) lottano con se stessi per la conoscenza più profonda di Luigi Pareyson, una strada che da li a pochi anni solo un grande e nuovo filosofo francese scoprirà: "Gille Deleuze con il suo "Ripetizione e Differenza" che una "rinnovata forma tratta sempre e comunque di una nuova e diversa interpretazione". Qui possiamo dire che Cezanne e Caramel danno una "lezione" alla filosofia per mezzo della analisi puntigliosa del reale pittorico.
Galleria Civica D'arte Moderna e Contemporanea
Matteo Editore, Dosson di Casier (TV), 2005