Biagio Pancino: Io Cammino e Canto con Loro - Disegno 1952 - 1953
Biagio Pancino: Io Cammino e Canto con Loro - Disegno 1952 - 1953
La donazione di un gruppo di opere rgafiche (disegni) appartenenti al poema "Cammino e canto con loro" di Romano Pascutto da parte dell'artista Biagio Pancino, di origine sanstinese, al Comune di nascita, nasce da un'identità con le sue radici culturali, oltre che indigene. San Stino ha avuto tra i suoi figli il pittore Frà Nevino (Nevino Stradiotto, 1911), di cui annovera un gruppo di opere donate dalla figlia Flavia, ma soprattutto Nevino, più vecchio di vent'anni del giovane Biagio, quando vide i suoi dipinti decise di sovvenzionargli un viaggio a Parigi (1950) e dopo quel viaggio, nel 1952, il Pancino si stabilì definitivamente in Parigi. L'amicizia del Nevino con il poeta Vernacolare Romano Pascutto, soprattutto sul poemetto epico "Cammino e canto con loro". Poema che aveva vinto nel 1952 il premio di poesia Città di Cattolica ed era dedicato alle lotte operaie sull'occupazione delle terre e sul Primo Maggio. La copertina recava già un predestinato dell'arte italiana: una manifestazione di operai con bandiere eseguita al linoleum del maestro friulano Armando Pizzinato. Quindi, di fronte a tale presenza forte, il giovane Biagio Pancino e si sentì subito impegnato e di getto per nove mesi, fra il 1952 e il 1953, lavorò sopra la poesia sociale di Romano Pascutto.
La mole di opere, così come, forse, l'impegno economico per la pubblicazione, frenò l'uscita del poema illustrato dai disegni di Biagio. Ma legò indissolubilmente i due in un'amicizia durata sino alla venuta meno del poeta. Oggi, dell'opera di Pancino dedicata ai poemi di Romano Pascutto, esistono un paio di mostre con relativo catalogo: la prima tenutasi a San Donà di Piave (2002), l'altra a Palermo (2004). Ora, con questa, si chiude il cerchio sui disegni di quel periodo. Un collezionista locale, qualche anno fa, mi fece notare che questi disegni di Pancino risentono dei maestri italiani: Guttuso, Marino Marini, Pizzinato etc. Al che risposi che semmai, Biagio Pancino, guardava sì ai grandi, ma ai grandi francesi, e cioè a Matisse, Cezanne e inoltre a Picasso e via dicendo. Infatti alcune "storture" forzate di tipo espressionista rimandano a Ernst Ludwig Kirchner, o a Les Demoiselles d'Avignon di Picasso per la loro "legnosità", così per le rarefazioni dei paesaggi o gli interni di natura cubofuturista. Cezanne ricordava che la sua modella era la caffettiera, cioè cilindri e coni con cui costruire le sue figure. Le teste delle madri conficcate dentro un corpo scultorio rimandano a queste conclusioni, ma soprattutto penso che in Biagio fosse presente la grande lezione giottesca della Cappella degli Scrovegni di Padova. Insomma, erano tante le lezioni che egli apprendeva e che interiorizzava dentro di sè esprimendole in stili diversi, ma legate dal filo rosso dei grandi maestri dell'inizio del Novecento italo/francese da utilizzare per una saga proletaria di grande potenza.
Boris Brollo
Io Cammino e Canto con Loro, donazione di 50 disegni da parte del pittore Biagio Pancino al Comune di San Stino. Testo di Boris Brollo. Editore New Print snc. di Fossalta di Portogruaro. Novembre 2016.