Aldo Mondino, Maestro di Fantasmagorie
Aldo Mondino, Maestro di Fantasmagorie
a cura di Boris Brollo
Quando ho letto la sua autobiografia scritta dallo stesso Aldo Mondino dal titolo ironico Aldobiografia, pubblicata da Monica Benini in occasione dell'antologica del 2009 titolata: Mondino's Bazar, ho capito che diventa quasi inutile scrivere un testo critico di un grande artista che "ha giocato con la vita, prendendola per la coda" come canta il suo amico Lucio Dalla in una canzone. Aldo Mondino è stato un "mago di fantasmagorie" come Rimbaud per la poesia; ci ha fatto vedere cose che non esistevano; ha ricomposto e formato nella mente nostra nuove e diverse immagini. Ha destrutturato e poi ristrutturato una idea critica dell'arte servendosi del gioco e di materiali poveri ed elementari quali lo zucchero, il cioccolato, il pesce vivo, e ciò molto ma molto prima che tanti artisti ci arrivassero se non in termini di eccesso, come oggi ha fatto Damien Hirst con i suoi tagli da macello in formalina. Mi sono trovato fra le mani negli anni Novanta una sua mostra degli anni Settanta, come a dire che conoscendo una persona oggi ne trovi un passato molto più intrigante ieri e ti rendi conto della dimensione della grandezza di questa persona. Così fu quando presi tra le mani i suoi Coriandoli, gli Art College, o le Composizioni Bilancia dell'amica Cristina Morato di Verona che me li prestò per la mostra che stavo allestendo al comune di Caorle.
Nel 1998 presso lo stand di Astuni ad Arte Fiera di Bologna lo vidi che parlava con Enrico, il titolare della galleria omonima, era vestito elegantemente con un gessato scuro comprensivo di gilè e fumava sorridendo mi avvicinai, ero con un amico, e gli dissi: "Maestro le presento un suo collezionista", avevo fatto comperare a fatica a questo mio amico una matita colorata che riproduceva un derviscio danzante su una cartina geografica della Turchia, e lui rispose dandoci la mano:"mi fa piacere, quanti quadri miei ha?" e l'amico: "uno", rispose. E Mondino di rimando: "troppo poco deve prendere di più, deve sostenermi" disse ridendo muovendo così tutte le pieghe di un viso largo da marinaio dei racconti di Ugo Prat. Dopo alcuni convenevoli ci lasciammo. Questo è il ricordo che ho ancora vivo di Lui. Dopo di che riuscii a far comperare di lui ancora un paio di opere. Ricordo di una molto bella dal titolo: Applausi (1983), la quale mi aveva avvicinato al suo lavoro: c'era un ritmo nell'opera dovuto al ripetersi di piccoli segni chiari su fondo scuro che ricordavano più il suono degli applausi che il movimento del battere delle mani. Ed era qui la sua grande forza: di agire sul pensiero di farti vedere ciò che non c'è, una fantasmagoria continua quindi la sua pittura. Metto una caramella all'arancio in bocca (cosa che consiglio pure ai lettori di questo testo) e mi rileggo la Aldobiografia che racconta il viaggio della sua vita artistica ed esistenziale vissuta alla "sua maniera", forse seguendo il ritmo della canzone My Life di Sinatra ripresa dall'originale francese e poi riproposta dai Gipsy Kings in un balletto continuo di rimandi. E Aldo? Aldo starà fumando il Calumet della Pace con Emilio Salgari e Ugo Prat in un Eden tutto verde sorridendo con loro delle nostre preoccupazioni critiche.
MACA Museo Arte Contemporanea Acri
Palazzo Sanseverino Falcone, Acri (CS)
Dal 20 novembre 2010 al 20 febbraio 2011
Catalogo monografico con i contributi di Antonio Mondino, Boris Brollo, Franco Fanelli. Mostra a cura di Boris Brollo. Edizioni: GraficArtFronzoli - stampa Alzani, Pinerolo (TO) - Novembre 2010
Fine: 20-02-2011